Cliniche gratuite per mamme e bambini presso l’Associazione Andrea Tudisco a Roma

Ciao a tutti!
Mi chiamo Francesca Gregori, sono osteopata e socia dell’Associazione Odissea Osteopatica. Vivo a Roma e, ogni volta che passeggiavo con il mio cane vicino a un bellissimo casale immerso nel verde, notavo la scritta: “Associazione Andrea Tudisco, residenza per bambini con gravi patologie”. Ogni volta mi veniva in mente una domanda: Come posso aiutarli? Come posso essergli utile?
Durante una delle mie vacanze estive a Fregene, mentre mi trovavo sotto l’ombrellone, ho incontrato casualmente Fiorella, la vicina di ombrellone. Ci siamo messe a chiacchierare e, con mia sorpresa, mi ha raccontato della malattia del figlio e dell’associazione che gestisce, che si occupa di accogliere e supportare le famiglie di bambini malati. È stato in quel momento che ho scoperto che l’associazione di cui parlava era proprio quella che desideravo aiutare da tempo.
Le ho subito raccontato delle nostre cliniche gratuite come osteopati e lei, con grande entusiasmo, ha accolto la mia proposta di collaborare. Ne ho parlato anche con Luca Mazzalupi, un caro amico e collega, nonché presidente dell’Associazione Odissea Osteopatica, che ha subito dato il suo ok per avviare questo progetto.
E così, con tanta gioia, vi annuncio che la prima clinica gratuita inizierà sabato 1° marzo 2025 e non vedo l’ora di iniziare questa bellissima avventura insieme!
Qualche giorno prima dell’inizio del progetto ho passato alcune ore con le famiglie dell’associazione dove andremo a fare la clinica, e voglio raccontarti come è andata.
Prima di arrivare, ero emotivamente un po’ provata. Mi ripetevo da tutta la mattina: “Dai Fra, resta centrata, vedrai che andrà tutto bene”. Ma quando sono arrivata davanti alla struttura verso le 16.00, la tensione era ancora alta.
Federica, la responsabile della casa, mi ha accolta con calore e mi ha subito presentato alcuni dei bambini e delle mamme. Ha spiegato cosa avrei fatto lì, e io mi sono presentata.
Poi Federica mi ha raccontato delle varie situazioni che ci sono all’interno della struttura. Mi ha parlato di N., un bimbo di 3 anni che non può mai togliere lo zainetto perché è parte della sua terapia, e di J., un bambino di 7 anni che ha la parte destra paralizzata a causa di una caduta.
Ma la cosa che mi ha veramente sorpreso è stata la normalità con cui queste mamme vivono il loro dolore. Quando sono entrata nel loro mondo, l’ho fatto con molta discrezione, cercando di non invadere, ma per loro sembrava tutto normale, come se vivessero con una forza straordinaria, come delle wonder women.
La sera, mentre tornavo a casa, mi sentivo ancora pervasa dalla forza che mi avevano trasmesso quelle mamme. Sentivo come se anche io fossi diventata un po’ una supereroina.